“È il modo in cui si affronta un oggetto che stabilisce la sua semplicità o, al contrario, la sua complessità”: la produzione artistica di Giulia Gabellone, studentessa presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, costituisce l’incipit di un processo di sperimentazione volto alla definizione realistica degli elementi. Ogni lavoro della giovane pittrice, classe ’97, mostra sottopelle i tratti fondanti della sua concezione stilistica e, al contempo, le sue dosate variazioni, capaci di modificare in modo sostanziale il proprio percorso personale.
Quelli di Giulia sono corpi costruiti, strumenti d’uso comune che, con crescente consapevolezza, fanno mostra di sé e della propria interna vitalità. Tazze, caraffe e bicchieri scrutati nella molteplicità delle proprie forme, definiti dalla mutevole vibrazione di luci e ombre, osservati da uno sguardo ravvicinato e via via sempre più attratto, in grado di puntare dritto alla struttura autentica delle cose e alla relazione che si crea fra esse.

“Schiuma”
“Schiuma” è un esempio di tale indagine della materia: una ciotola e due piattini si presentano nella loro quieta nudità e volumetria in una calcolata e asciutta composizione. Gli utensili, considerati dall’esterno, sono guardati nella loro identità globale, trasferiti sulla tela con una volontà scientifica, concentrata sulla geometria delle linee e sull’equilibrio dei toni. Qui si nota un lieve dinamismo, che rimane però immobile, privo di quel tremito interiore presente nei dipinti posteriori.

“La colazione”
I quadri più recenti del ciclo pittorico di Giulia sono espressione di un coinvolgimento più intenso tra l’artista, le proprie opere e il pubblico. È il caso de “La colazione”, in cui le sagome prendono forma autonomamente dallo sfondo monocromo e chiedono allo spettatore di essere cercate e riconosciute. Pur mantenendo la propria individualità, le parti si influenzano reciprocamente, interagiscono e si amalgamano, sino ad arrivare ad una soluzione d’insieme vista dall’alto, come in “Ghiaccio & Baileys”, in cui l’occhio indagatore della ragazza si addentra nel movimento di un microcosmo chiuso.

“Ghiaccio & Baileys”
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