Aveva dentro qualcosa che ancora non aveva espresso. Quasi per caso, scopre che la pittura la libera, la rinnova, la sveglia. Prende il colore, il pennello, la tela e vive davvero, non più nel sogno della vita, ma nella verità della creazione artistica. Non si tratta di piacere, di trovare un nuovo tecnicismo o un significato. Si tratta solo di essere. Questo è per Chiara l’astrattismo: spazio e tempo scompaiono e la linea si trasforma in non-linea, la forma in non-forma. Dipingendo, la giovane artista non cerca, ma trova qualcosa che esiste già. La pittura le consente di vedere veramente e di instaurare un dialogo con la tela che, come un essere umano, chiede di essere ascoltata.
Eseguiti fra gli anni del liceo artistico e il 2018, i lavori di Chiara denotano una grande evoluzione nell’elaborazione e nella resa esecutiva: lasciando alle spalle il figurativo, la produzione della giovane pittrice prende sempre più le distanze dai condizionamenti della mente, per avvicinarsi a tutto ciò che è astrazione.

“Senza titolo”
Polimaterismo, collage e colore puro. I quadri di Chiara sono spessi, rocciosi. La sensazione è che i diversi livelli di materia possano addirittura “grattare”. Cartoncino, legno, foglia d’oro, rame, plastica, acrilico e colate di colore fresco: le sue sono opere d’arte pittoriche, senza dubbio decisamente plastiche.

“Senza titolo”
È la prova di come l’atto creativo possa essere un’esperienza di grande potenza, in grado di portare in un posto “altro”, ma solo se ci si vuole arrivare. Vortici o pennellate di colore girano tutt’attorno e sembrano essere attratti e risucchiati dalla voragine al centro, che scava nel fondo dell’individuo.

“Senza titolo”
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